Stando ai dati pubblicati dall’Osservatorio Continental Mobilità e Sicurezza, in collaborazione con Euromedia Research, il 55% degli italiani è interessato all’acquisto di un’auto elettrica; tuttavia, il 44% è scoraggiato dai listini alti non sufficientemente addolciti dagli ecobonus. Il report ha sottolineato la presenza di un divario culturale evidente sul tema dell’elettrico, con i giovani molto più interessati all’argomento ma impossibilitati a causa delle limitate disponibilità economiche. Quasi tutti sono invece concordi nel constatare come i fattori penalizzanti principali siano da ricercare nelle autonomie poco soddisfacenti e in un’infrastruttura di ricarica ancora oggi cantiere aperto. Ciò che sembra mancare è inoltre una corretta informazione a sostegno dell’auto elettrica, la cui percezione tra gli intervistati è spesso lontana dalla realtà.
Lo scenario quantitativo, per quel che riguarda l’Italia, è invece fotografato mensilmente dall’associazione UNRAE e i dati parlano chiaro: l’elettrico è in crescita, sia alla spina (plug-in – PHEV) che alla colonnina (elettriche pure – BEV). L’ultimo report disponibile è di ottobre e le vetture elettrificate costituiscono insieme l’8.8% delle immatricolazioni, quasi ugualmente distribuite. Come abbiamo visto in altri articoli del blog, l’Europa corre e il governo italiano sta al momento assecondando quasi tutte le richieste delle associazioni di settore, convinte che la transizione ecologica e la ripartenza del settore automobilistico (tra i più devastati dalla pandemia) possano unire le forze verso un obiettivo comune e uno scenario win-win. Sotto il cofano si celano però alcune contraddizioni, visto l’ennesimo rifinanziamento dell’ecobonus a fronte di un impegno economico previsto nel PNRR che destina alla mobilità sostenibile appena l’1.4% dei fondi provenienti da Bruxelles.
La verità attuale è che senza gli ecobonus sarebbe impossibile, al momento, acquistare un’auto nuova di qualsiasi alimentazione. Il consumatore si trova infatti a fronteggiare diverse situazioni più o meno sfortunate, a cominciare dagli sconti applicati dai concessionari praticamente inesistenti (mentre questi ultimi intascano spesso il bonus anticipando i tempi): la crisi dei microchip sta obbligando le Case a posticipare di diversi mesi le consegne delle auto, che ormai hanno raggiunto uno standard tecnologico notevole persino nei segmenti low-cost. Naturalmente ciò finisce per far ritoccare con una cadenza perlopiù semestrale i prezzi delle automobili, nel caso delle elettrificate ancora di più, forti di una domanda che spinge in quella direzione. In presenza di ecobonus, la differenza tra l’elettrico e il termico si assottiglia, mentre il plug-in praticamente fuori di giochi visto il listino più alto a fronte di un incentivo minore.
Bonus Auto Elettriche 2022: tutti gli aggiornamenti
L’ecobonus dedicato all’acquisto di un’auto nuova è ormai un tam-tam che va avanti da circa due anni e mezzo e che ha messo a disposizione degli utenti quasi 2 miliardi di euro. Lo scorso 27 ottobre il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ha riaperto le prenotazioni (i fondi sono andati esauriti dopo sole 24 ore) per poter accedere all’ecobonus dedicato all’acquisto di una nuova auto. Il fondo automotive è stato dunque rifinanziato con nuovi 100 milioni di euro, dei quali una cospicua fetta riservata alle auto elettrificate (80 milioni). È importante ricordare che per accedere all’ecobonus il listino dell’auto non deve superare i 61.000€ per le auto nuove e i 25.000€ (quotazione di mercato) per le auto usate, in quest’ultimo caso il bonus è cumulabile solo in caso di rottamazione di un immatricolato prima di gennaio 2011.
Di seguito trovate la ripartizione completa per quanto concerne le vetture a corrente:
Classe di emissioni | Bonus con rottamazione | Bonus senza rottamazione | Fondi stanziati |
0-20 g/km – elettriche | 6.000€ | 4.000€ | 65 milioni |
21-60 g/km – plug-in | 2.500€ | 1.500€ | |
Veicoli commerciali | 8.000€ | / | 15 milioni |
Esauriti nuovamente i fondi messi a disposizione e con la deadline triennale in scadenza il prossimo 31 dicembre, cosa aspettarsi nel 2022? Visto e considerato quanta fatica sia stata profusa per ottenere gli ultimi rifinanziamenti non è così impensabile credere che il governo possa varare una stretta, sia sui tagli che sugli aventi diritto. Un primo indizio viene fornito dalla bozza relativa alla Legge di Bilancio 2022, dove in ambito di mobilità si fa cenno all’articolo 122, dedicato al potenziamento quinquennale del trasporto pubblico, e all’articolo 128 nel quale si istituisce il Fondo dedicato al clima. Sotto il profilo politico è soprattutto il centrodestra a spingere tramite emendamenti l’innalzamento dei fondi stanziabili, mentre sul versante democratico le posizioni sono più eterogenee tra chi vorrebbe premiare la conversione in elettrico (M5S-IV) e chi invece vorrebbe estendere i limiti temporali di acquisto e consegna dell’auto (PD). La Legge di Bilancio dovrà essere approvata entro la fine dell’anno e per il momento l’unico investimento in materia di auto elettriche riguarda i 740 milioni in campo per dotare l’intero Stivale di colonnine di ricarica.
Ci sono grandi dubbi anche sulla reintroduzione dell’ecobonus legato al reddito. La misura, alternativa alla classica decurtazione, era stata introdotta a inizio 2020 e limitava il range delle vetture acquistabili sia in base alla potenza (204 CV) sia in base al prezzo (36.000€), pari al 40% dell’importo totale. Con l’ultimo Decreto Legge Infrastrutture (121/2021), divenuto celebre soprattutto per le nuove regole del Codice dell Strada, si è ridotto il bonus a un singolo componente per nucleo familiare.
Cosa consigliare dunque a chi ha intenzione di comprare un’auto elettrica o plug-in nell’immediato futuro? L’impressione è che il treno migliore sia passato e i prossimi mesi non saranno molto propizi. Avere pazienza significherà poter scegliere tra un’offerta più ampia capace di coprire tutte le fasce di prezzo. Ma se gli ecobonus continueranno a riguardare anche le fasce più inquinanti dei motori termici, allora sarà difficile incentivare gli italiani ad acquistare auto a corrente, o ancora a dover ricorrere in maniera massiccia al mercato dell’usato.