Agli appassionati ed esperti di automobili il nome Xiaomi potrebbe non suggerire nulla. Ma se il colosso cinese ha deciso di avvicinarsi al mondo delle quattro ruote, allora è d’obbligo prestare particolare attenzione. In questa guida andremo quindi a descrivere cosa bolle in pentola, cercando di ipotizzare in che modo Xiaomi potrà contribuire al settore delle auto elettriche.

Prima di procedere è necessario spendere due parole su questa azienda. Dunque Xiaomi Corporation è una multinazionale cinese leader di mercato nel settore degli smartphone. Il suo arrivo sul mercato europeo e italiano è storia assai recente e in pochi anni è riuscita a scalzare sia Samsung che Apple a livello di vendite. Il principale punto di forza dei suoi cellulari è il rapporto qualità-prezzo, un asset vincente in un momento storico in cui gli smartphone hanno prima toccato e poi abbattuto da soglia del migliaio di euro.

Telefoni dal costo equilibrato e adatti per la grande maggioranza dell’utenza. Ecco la ricetta con cui Xiaomi ha stravolto le gerarchie, prendendosi anche la fetta di clientela Huawei rimasta con un pugno di mosche in mano dopo il ban comminatole dall’amministrazione Trump. Dal core business dei cellulari l’azienda si è rapidamente espansa diventando un vero e proprio “emporio smart” proponendo soluzioni pratiche e affidabili per affrontare le peripezie quotidiane.

Auto Elettrica Xiaomi: dettagli e primi rumors

L’interesse di Xiaomi per la mobilità sostenibile parte dai monopattini elettrici, altro segmento nel quale l’azienda è leader di mercato. Per quanto riguarda le auto elettriche il primo assaggio lo si è avuto nel giugno 2020, durante la presentazione di Boajun E300. Si tratta di una citycar 100% a batterie realizzata in collaborazione con la Casa cinese Boajun, controllata di General Motors. Oltre al prezzo estremamente aggressivo (circa 10.000€ al cambio) la vera novità era rappresentata dal sistema infotelematico curato da Xiaomi. Il concetto dietro tale sistema si avvicina parecchio all’idea di domotica collegata all’auto, aspetto che cominciamo a vedere con crescente frequenza nelle auto più recenti.

Dal momento che la tecnologia riveste un ruolo sempre più centrale nello sviluppo delle auto, Xiaomi ha deciso di scendere ufficialmente in campo lo scorso 30 marzo. Per bocca del CEO Lei Jun è nata la divisione Xiaomi Motors (poi ribattezzata in Xiaomi Smart Electric Vehicles) che si occuperà di tutti i progetti del brand nel campo dei motori. L’obiettivo è chiaro e ricalcherà la filosofia già applicata a tutti gli altri comparti: auto connesse a prezzi competitivi. E la sensazione è che questa volta lo svantaggio rispetto alla concorrenza sia minore e le potenzialità siano al contempo molto vantaggiose.

Per riuscire in un settore così agguerrito serviranno partnership strategiche e investimenti cospicui. Una scommessa che Xiaomi si è potuta permettere forte di bilanci decisamente in positivo nell’ultimo quinquennio. Nonostante manchi ancora una comunicazione ufficiale, il sodale prescelto dovrebbe essere Great Wall, che metterà a disposizione il proprio know-how e le proprie fabbriche in giro per il mondo. Parlando di cifre, il colosso pechinese ha stanziato 1,5 miliardi di dollari con la promessa di investirne ulteriori 8,5 (per un totale quindi di 10 miliardi) entro il 2030. Insomma, si comincia a fare sul serio.

Lo stesso Jun ha affermato che la community avrà modo di esprimere le proprie preferenze e i propri consigli per contribuire allo sviluppo dell’auto. Per esempio a cominciare dalla carrozzeria: come detto in precedenza Xiaomi ha già realizzato lo scorso anno una citycar elettrica ma non è escluso che si possa virare sui crossover, particolarmente graditi al pubblico europeo. Chiaramente il prezzo finale farà la differenza e l’azienda stessa sa di giocarsi molto su questo particolare a livello di brand reputation.

L’iter è poi proseguito con il deposito di alcuni marchi a cui è tuttavia difficile attribuire un preciso significato. Quel che è certo è che Xiaomi fa sul serio e vuole acquisire quante più competenze possibili nel campo, anche a proposito della guida autonoma, con l’obiettivo di eguagliare e superare Tesla. La concorrenza è ampia, anche interna (NIO in particolar modo), ma Xiaomi ha tutte le carte in regola per fare bene e conquistarsi un’altra fetta di mercato tutt’altro che trascurabile.