Imparare dagli altri per poi superarli. La filosofia delle aziende cinesi è questa e ha spopolato incredibilmente all’estero, soprattutto nei mercati emergenti, tuttavia anche l’Europa comincia a essere terra gradita di conquista. Parecchie le aziende di altri settori che hanno fatto fortuna sul suolo europeo scalando le classifiche nel giro di pochi anni. Giusto per parlare di brand già comparsi sulle pagine del nostro blog pensiamo alle cavalcate di Huawei e Xiaomi in ambito smartphone.
Le stesse Huawei e Xiaomi compongono il plotone di colossi asiatici (e più precisamente di Pechino) che si è avvicinato con forte interesse al segmento delle auto elettriche, in questo caso mettendo in gioco tutte le competenze IT di cui dispongono. Sappiamo bene che la tecnologia è ormai dominante in termini percentuali e rappresenta un asset strategico in ambito marketing e commerciale, ma non è ancora tutto. Ecco dunque che i giganti dell’automotive lavorano anche per evitare la serrata concorrenza interna che avrebbe comunque un effetto devastante su larga scala.
Già in un precedente articolo abbiamo avuto modo di accennare quali siano le condizioni vigenti nel paese del Dragone, laddove l’inquinamento è ben superiore nelle aree metropolitane rispetto alle controparti europee. Limiti stringenti per migliorare la qualità dell’area e fondi governativi particolarmente favorevoli per chi decide di acquistare un’auto a batteria. Scenario che ritroviamo all’estero e che dunque pone le aziende cinesi non così distanti dai concorrenti a livello di obiettivi.
In un certo senso stiamo assistendo a ciò che accadde diversi decenni addietro alle Case automobilistiche coreane e giapponesi, che cercarono di penetrare il mercato occidentale. Allo stato attuale non si è verificato il temuto sorpasso e il predominio rimane ancora in mano ai costruttori europei, il cui know-how ha saputo evolversi mantenendo standard qualitativi difficilmente raggiungibili. Ci sono però dei vantaggi oggettivi a favore della Cina, a cominciare dai bassi costi di produzione. Nel caso specifico delle auto elettriche significa avere il controllo effettivo su quasi tutta la filiera delle batterie, e questo deve spaventare la controparte UE.
Anche la differenza di manifattura comincia ad assottigliarsi fino a scomparire. Robin Page, vice-presidente di Volvo (controllata dalla cinese Geely), ha affermato che gli esemplari del marchio svedese prodotti in Cina sono simili se non migliori dal punto di vista costruttivo rispetto a quelli sfornati nel Vecchio Continente. L’ultimo dato di cui disponiamo è relativo al 2020 e fotografa un quadro ancora primordiale ma che potrebbe drasticamente cambiare nel giro di breve tempo: le auto elettriche cinesi costituivano il 3,3% del totale immatricolato in Europa, ma quanto potrà aumentare nel giro di un paio d’anni?
In questa andiamo dunque a fare una piccola panoramica presentando la top-5 dei modelli di auto elettrica proposte da Case cinesi. Buona lettura!
Auto elettriche cinesi: ecco la top 5
MODELLO | BATTERIA | AUTONOMIA |
BYD DOLPHIN | 44,7 kWh | 405 km |
AIWAYS U5 | 63 kWh | 410 km |
ORA CAT | 63 kWh | 400 km |
XPENG G3 | 66 kWh | 450 km |
MG ZS | 70 kWh | 440 km |
BYD Dolphin
Il primo marchio che andiamo a introdurre si chiama BYD, acronimo di Build Your Dreams, e ci soffermiamo in particolare sul modello Dolphin. Il brand è una vera e propria potenza dentro i confini nazionali, avendo colonizzato anche il settore degli autobus a batteria, ed è ufficialmente sbarcato in Europa partendo dal mercato norvegese, il più avanzato in termini di proliferazione di auto a corrente.
A Oslo BYD ha scelto di debuttare con il crossover EV600, un mostro da 483 CV e 500 km di autonomia. Ma il modello che il grande pubblico aspetta è Dolphin, un’auto rivoluzionaria sotto molti punti di vista: architettura, materiali e prezzo. Parlando di somiglianze si può notare una linea alla Honda Jazz sul frontale, che risulta senza dubbio traditore della matrice orientale. L’auto può avere due tagli di batteria e potenza, con percorrenze dichiarate fino a 405 km. Il prezzo? Si parla da 12.584€ al cambio, ecoincentivi inclusi.
Aiways U5
Proseguiamo il viaggio parlando di Aiways, azienda controllata dal gigante Koelliker. Il modello preso in esame si chiama U5 ed è un crossover che ha già conosciuto alcuni mercati europei prima di approdare sul suolo italico. Esternamente è un’auto che sa osare, specialmente sul frontale, mentre il posteriore appare più elegante, quasi alla “tedesca”. Dimensioni da SUV di segmento D (4,7 metri) accompagnate però da un peso tutto sommato ridotto (1730 kg).
Buona la scheda tecnica lato parte elettrica. La batteria da 63 kWh è nella media, così come l’autonomia dichiarata da 410 km. Okay anche la ricarica in ingresso fino a 100 kW. Tra le soluzioni audaci citiamo la presa di ricarica posta sotto il gruppo ottico sinistro, scelta inedita e creativa ma forse scomoda. Gli interni sono ben fatti e adottano materiali di qualità. Non si conoscono ancora i prezzi per il mercato italiano, ma all’estero il listino parte da 39.000€ circa.
ORA Cat
Si può dire che i cinesi non abbiano grande fantasia coi nomi ma non si fanno timori ad adottare suffissi simpatici. Il marchio ORA, insieme al gemello WEY, è di proprietà di Great Wall Motors, e si appresta a calcare il palcoscenico tricolore. La grande novità portata in dote riguarda l’abbandono del cobalto, materiale molto discusso per la sua difficile reperibilità ed estrazione. La batteria ammonta a 63 kWh e il motore elettrico garantisce 170 CV di potenza.
La carrozzeria è da tipica due volumi e l’autonomia soddisfa con i suoi 400 km dichiarati. Un occhio di riguardo sarà destinato alla sicurezza e alla guida autonoma, realizzata in collaborazione con Intel Mobileye. Tante le chicche tecnologiche, che confluiscono nel maxi-display da 20,5” che ingloba infotainment e cruscotto. Per i prezzi occorrerà attendere qualche mese, almeno fino all’inizio del 2022.
XPENG G3
La peculiarità di XPENG è che non ha mai nascosto di emulare Tesla, con la volontà e l’intento di soppiantare la creatura di Elon Musk. La caccia alla “Grande T” delle quattro ruote è ufficialmente partita quest’anno, con la consegna in Norvegia delle prime 100 vetture. Si tratta del crossover G3, accompagnate da slogan trionfalistici che potrebbero invece portare allo scontro giudiziario. 33.700€ il prezzo molto competitivo del SUV sul mercato scandinavo.
MG ZS
Chiudiamo la rassegna con un leggerissimo velo di nostalgia dato dalla rinascita di MG, oggi 100% cinese. Lo storico brand di origini britanniche è ripartito proprio con il modello ZS, che arriva in Italia oggetto di un restyling. Anche qui parliamo di un SUV di medie dimensioni che ben ha figurato sugli altri mercati europei, ma l’Italia sotto questo aspetto è spesso diffidente verso i nuovi arrivati.
Non è l’auto che fa girare gli sguardi dei passanti ma è concreta e pratica, laddove spesso molte auto scivolano in favore dell’estetica. Ottima la pila da 70 kWh che garantisce oltre 440 km di autonomia dichiarati, ma arriverà anche una versione più scarica pensata per la città. Prezzi da circa 30.000€.