Dopo aver esaminato la top-5 dei modelli di auto elettriche cinesi in arrivo sul mercato europeo e italiano, è tempo di spostarsi verso la concorrenza made in Japan. Dal punto di vista automobilistico e motociclistico, infatti, il Giappone rappresenta l’eccellenza asiatica nel mondo, tuttavia, il primato potrebbe essere messo in serio pericolo dall’arrembante “nemico” cinese. In questa guida andremo dunque ad analizzare due aspetti: il primo legato allo scenario attuale e futuro del Paese, successivamente spazio ai tre modelli di auto elettriche giapponesi da tenere sott’occhio nell’immediato futuro.
Le prime dichiarazioni d’intenti ufficializzate dalle fonti di governo nipponico risalgono allo scorso dicembre, quando il Ministero dell’Economia ha fissato al 2050 la data per raggiungere la neutralità climatica (obiettivo temporale condiviso da quasi tutte le nazioni). Sul fronte delle auto elettriche la transizione sarà graduale e potrebbe convertirsi interamente alle batterie nel 2035. Secondo gli ultimi dati forniti dalle agenzie locali, che fanno riferimento al 2018, l’inquinamento derivante dal trasporto su gomma rappresenta il 16%, un dato nettamente superiore se paragonato a quello relativo al trasporto aereo, marittimo e ferroviario (3%).
Un incredibile punto contraddittorio è rappresentato dalla questione colonnine. Mentre tutto il mondo fa i conti con la penuria di stazioni presenti sul territorio, secondo il Japan Times a Tokyo ci sarebbe il problema opposto! Una situazione incredibile, se si pensa che il governo locale ha stanziato quasi un miliardo di dollari per la realizzazione di un’infrastruttura capillare. Attualmente sono presenti circa 30.000 punti di ricarica (un valore leggermente superiore a quello italiano) e gli addetti ai lavori credono che nel prossimo biennio ci sarà il definitivo salto di qualità, andando a integrare sinergicamente anche le strade ad elevato flusso.
A distanza di diversi mesi, siamo a metà settembre, l’esecutivo nipponico cala un altro asso annunciando investimenti per 12 miliardi di dollari sul fronte della produzione di batterie. Una scelta che appoggia le basi su altri report in previsione, i quali parlano di una domanda pronta a crescere fino a 11 volte. Si parla di 24 milioni di veicoli elettrici sulle strade entro il 2035. E chissà cosa ne pensa Akiro Toyoda, il Numero Uno della Casa che porta il suo nome, da sempre contro lo sviluppo dell’elettrico ma che poi viene smentito dai fatti. Il tema centrale riguarda l’occupazione che, secondo Toyoda, porterebbe alla scomparsa di 5,5 milioni di posti di lavoro: il motivo risiede prettamente nei numeri legati all’esportazione, che rappresenta il 50% del valore commerciale complessivo.
Auto Elettriche Giapponesi: scenari futuri
Parlando da un punto di vista concreto, le case nipponiche sono nel pieno della transizione ecologica e assumono un ruolo da protagoniste se si parla di mercato dell’ibrido. La vera difficoltà risiede quindi in un vizio filosofico e di principio, che ancora non vede gli assi in campo convinti di fare questa scelta. Al momento siamo però in grado di dare alcune indicazioni che sono circolate in questi mesi, vediamo quali.
In casa Suzuki si sta ragionando all’elettrificazione della Jimny, il modello iconico che però non può essere immatricolato (se non come autocarro) a causa delle emissioni inquinanti che prevederebbero il pagamento di una penale assai salata. È invece ufficiale la prima vettura a batteria di Subaru, ovvero il SUV Solterra. L’auto sfrutterà la piattaforma condivisa insieme a Toyota e sarà in vendita nel 2022, affiancando la line-up dei crossover già presenti in gamma.
Sembra invece in stand-by la proposta a corrente di Mitsubishi. Il brand controllato dal gruppo Nissan-Renault ha studiato diversi anni fa un concept che rivedremo in maniera definitiva nelle forme di Nissan Ariya (focus sotto), ma al momento non si sa quando potremo vederla nei concessionari. Infine, il marchio Lexus dovrebbe seguire le orme di mamma Toyota e rimane saldamente legato all’universo dell’ibrido.
Auto Elettriche Giapponesi: la top 3
Se il focus fosse dunque dedicato alle auto ibride giapponesi avremmo avuto bisogno di molto più spazio, tuttavia anche all’interno delle Case ci sono diverse strategie intraprese. Ecco dunque le tre proposte di auto elettriche giapponesi attualmente disponibili sul mercato del nuovo:
HONDA e
All’interno del blog potete trovare il focus completo sulla prima auto elettrica di casa Honda. Si tratta di una segmento B che va ad affiancare la Jazz, più lunga di una ventina di centimetri, ed è in completa rottura con la filosofia tipica del brand nipponico. L’omaggio alla Civic del ‘72 viene compensato dall’impiego di soluzioni tecnologiche modernissime, come ad esempio la mancanza degli specchietti sostituiti da due schermi. Le sue pecche principali riguardano purtroppo la parte elettrica, a cominciare dalla piccola batteria che limita l’autonomia complessiva.
MAZDA MX-30
Passiamo ora alla proposta alla spina di Mazda, che ha perseguito una linea propria a livello motoristico promuovendo la tecnologia Skyactive, cioè quella legata ai motori aspirati. Insieme a forme estetiche accattivanti la Casa ha fatto centro con il modello CX-30, decisamente meno per la sua versione a corrente, la MX-30.
Da un punto di vista di contenuti la vettura è esattamente identica alle sorelle e lascia all’estetica personale gran parte del compito di calamita per gli occhi. All’interno non si rimane delusi dai materiali, ma non c’è grande avanguardia nella plancia (il cruscotto è analogico e lo schermo si regola con una scomoda rotella). Decisamente meglio il comfort di bordo, baule escluso. Ma arriviamo alla nota dolente, la batteria: la capacità è identica a quella della Honda e (35,5 kWh), francamente incomprensibile per un’auto che non è certo pensata per la città. Il peso importante, inoltre, rende meno fulminei gli scatti e l’autonomia ne risente: 200 km dichiarati sono un valore decisamente scarso. Listino che parte da 34.900€, un prezzo molto competitivo.
NISSAN ARIYA
Dopo un periodo di anonimato è d’obbligo stare attenti a ciò che Nissan ha in serbo. Dopo il rinnovo di Qashqai (che perde l’indimenticabile diesel per abbracciare l’ibrido leggero), arriverà a breve il SUV Ariya, una carrozzeria inedita per il marchio. Bellezza e potenza si incontrano, tecnologia moderna e trazione integrale inclusa. L’auto riesce a scattare in poco più di cinque secondi nello 0-100: notevole.
Esteticamente è un vero gioiellino, anche se il posteriore molto “americano” strizza l’occhio al mondo Land Rover. In parole povere non è la solita Nissan che siamo abituati a conoscere: i contenuti e le soluzioni tecniche sono di prima classe. Due i tagli di batteria, 63 kWh e 87 kWh con percorrenze fino a 500 km sulla carta. Arrivo nei saloni previsto per il 2022 con un prezzo d’attacco intorno ai 45.000€.