Autonomia e ricarica vanno a braccetto nelle auto elettriche e si sta cercando il modo di non metterle in conflitto l’una con l’altra. Lo scenario attuale è molto chiaro: le auto elettriche peccano di autonomia rispetto a tutti gli altri carburanti. Non a caso, i modelli che vengono immessi sul mercato sfruttano in fase di promozione l’eventuale carta dell’autonomia, che tuttavia è spesso frutto di un semplice aumento di capacità della batteria e non accompagnato da un miglioramento dell’efficienza.
Se l’autonomia può dunque rappresentare un problema, specialmente per le lunghe percorrenze autostradali (dove l’auto elettrica non ha vantaggi rispetto a una termica), la soluzione deve essere rappresentata dalle colonnine di ricarica. Come sappiamo l’Italia è ancora in fase embrionale, nonostante la volontà di un’accelerata decisa che riguarderà soprattutto le colonnine in mobilità, in particolare le fast charge. In questa guida andremo a capire come funzionano le colonnine rapide e dove si trovano sul territorio italiano.
Come funzionano le colonnine fast charge?
Nel momento in cui si incrocia una colonnina elettrica è sostanzialmente impossibile riconoscere se sia una colonnina rapida oppure no. Ci sono comunque due elementi che possono darci una mano in tal senso: il primo è l’azienda produttrice della colonnina, il secondo la locazione della colonnina stessa.
Il più grande aiuto ci viene tuttavia fornito dalla tecnologia e nello specifico dalle applicazioni. Sia che si consulti portali dedicati sia che ci si appoggi al servizio con cui abbiamo sottoscritto l’abbonamento, il guidatore elettrico conosce già in anticipo le caratteristiche della colonnina scelta per rabboccare. Nel caso delle colonnine fast, terra di mezzo tra le colonnine tradizionali in corrente alternata (AC) e le colonnine ultra fast (DC – con potenza di ricarica sopra i 100 kW), è molto frequente incontrarle in punti di aggregazione sociale, quali centri commerciali, aeroporti o autostrade.
Una grande differenza che distingue le colonnine rapide da quelle AC è il cavo: le stazioni di ricarica fast, infatti, sono già dotate dell’attrezzatura, mentre invece per le pile fino a 44 kW è necessario averlo con sé. Le colonnine rapide offrono inoltre il cavo adatto a seconda delle esigenze. In genere possiamo usufruire di tre uscite: il cavo di Tipo 2, quello più diffuso e utilizzato per le ricariche più lente, il cavo CCS Combo, ossia quello comune agli standard europei, e il cavo “Chademo” che rispetta infine le normative asiatiche.
A chi si rivolgono le colonnine fast charge? Ragionando con un cervello “green” il consiglio è quello di utilizzarle solo quando davvero necessario. Se da un lato riducono notevolmente i tempi di ricarica (alcune arrivano fino a 400 kW, veri e propri mostri di potenza), dall’altro un continuo rifornimento finisce per danneggiare la vita e la durata della batteria, esattamente come avviene per i cellulari. Questo perché la batteria rende al meglio tra il 20% e l’80% della sua capacità e pertanto la ricarica rapida serve a passare in modo repentino dal minimo al massimo dell’efficienza.
Per procedere all’effettiva ricarica della propria auto elettrica occorrono delle conoscenze informatiche di base. Ma tranquilli, una volta “meccanizzati” i vari passaggi diventerà automatico. In primis si procede tramite l’applicazione dell’ente gestore della colonnina, selezionando la presa di ricarica a cui ci si vuole attaccare (importante che sia attiva la geolocalizzazione). A questo punto si collega il cavo all’ingresso dell’auto e si controlla dall’app, oppure dal display dell’auto e della stazione che la ricarica sia effettivamente partita.
Come faccio a pagare? Poiché l’intero processo è digitalizzato i pagamenti avvengono solamente in maniera elettronica. È sufficiente associare una carta di credito/debito all’abbonamento che si sottoscrive oppure semplicemente all’app che si è scelta. Nel primo caso si è vincolati per un periodo di tempo (di norma 12 o 24 mesi) a fronte di un risparmio notevole che per le colonnine fast charge (più care) può diventare significativo. Ecco perché è estremamente utile fare un ragionamento anche su questo. Il costo medio di una ricarica alla spina tramite colonnina fast si aggira sui 0.50€/kW. Nota importante da sottolineare è che le app consentono spesso di ricaricare (e quindi pagare) anche da colonnine esterne alla rete di ricarica proprietaria: un vantaggio non da poco.
Ultima postilla, controllare sempre che il costruttore non abbia già un accordo con qualche gestore di colonnine (per esempio IONITY): in tal caso può essere vantaggioso affidarsi alla soluzione interna.
Colonnine fast charge: la mappa in Italia
Come anticipato in apertura ci sono luoghi dove è più semplice trovare colonnine fast charge. Non puntate troppo sulle città ma piuttosto fate affidamento a esercizi particolarmente frequentati. Il grande limite delle colonnine fast è la scarsa diffusione e, benché siano dotate di più connettori, non consentono la ricarica contemporanea di più auto elettriche.
L’ultimo bollettino fornitoci da Motus-E, che registra i progressi ogni trimestre, parla di poco più di 3.200 colonnine installate nei primi sei mesi del 2021, portando il totale sopra quota 23.000. Sull’intera torta le colonnine rapide si ritagliano una piccolissima fetta del 5%, quasi tutte comprese tra 44 e 99 kW di potenza erogata.
Risale allo scorso maggio l’installazione della prima colonnina di ricarica ultrafast in autostrada, nell’area di sosta nei pressi di Modena: due punti di ricarica capaci di erogare fino a 300 kW. Il piano previsto da Autostrade per l’Italia, realizzato in collaborazione con Free To X, prevede la posa di 44 colonnine ultrafast entro il 2024. Essendo realizzate sulla rete autostradale finiranno per penalizzare ulteriormente le regioni del Mezzogiorno, che usufruiranno di 8 colonnine equamente divise tra Campania e Puglia.