Al giorno d’oggi sono sempre più numerose le auto elettriche in circolazione sulle nostre strade. Tuttavia attorno al mondo dell’elettrico c’è un velo di mistero dovuto a tecnicismi che l’utente alle prime armi è costretto ad affrontare. Ragion per cui abbiamo deciso di chiarire uno dei principali aspetti del mondo elettrico: i modi di ricarica dell’auto. La normativa di riferimento è la IEC 61851-1 e definisce 4 modi di ricarica. Ora li vedremo nel dettaglio sperando di dissolvere l’alone misterioso che li circonda.

Modo 1

Questa modalità prevede un collegamento diretto del veicolo ad una presa classica senza specifici sistemi di sicurezza per la ricarica.
E’ la modalità tipicamente utilizzata per la ricarica di bici elettriche e scooter. Per le auto elettriche questa modalità è consentita in Italia solo per la ricarica privata mentre è proibita nelle aree pubbliche.
E’ soggetta a restrizioni anche in Svizzera, Danimarca, Norvegia, Francia e Germania.

Non è consentita invece negli Stati Uniti, in Israele e in Inghilterra. La ricarica in monofase non può superare 16 A e 250 V, mentre in trifase il limite è di 16 A e 480 V.

Modo 2

Diversamente dal modo 1, questa modalità prevede la presenza di un sistema di sicurezza specifico fra il punto di allacciamento alla rete elettrica e l’auto in carica. Il sistema è montato sul cavo di ricarica e prende il nome di Control box. Tipicamente installato sui caricatori portatili per le auto elettriche. Il modo 2 si può utilizzare sia con prese domestiche che industriali.

Questa modalità in Italia è consentita (come il Modo 1) solo per la ricarica privata mentre è proibita nelle aree pubbliche. E’ soggetta a restrizioni di vario genere anche negli Stati Uniti, Canada, Svizzera, Danimarca, Francia, Norvegia.
La ricarica del veicolo in monofase non può superare 32 A e 250 V, mentre in trifase il limite è di 32 A e 480 V.

Modo 3

Questa modalità prevede che la ricarica del veicolo avvenga attraverso un sistema di alimentazione collegato permanentemente alla rete elettrica. La Control Box è integrata direttamente nella struttura di ricarica dedicata. Questo è il modo delle wallbox, delle colonnine e di tutti i sistemi di ricarica automatica in corrente alternata. In Italia è l’unico modo consentito per caricare l’auto in ambienti pubblici in corrente alternata.
Le stazioni di ricarica che operano in modo 3 solitamente consentono una ricarica in monofase fino a 32 A e 250 V, mentre in trifase a 32 A e 480 V anche se la normativa non prevede limiti.
Esempi di ricarica in modo 3 sono DazeBox e DazePlug, due sistemi di ricarica sviluppati da DazeTechnology. Nonostante il primo sia manuale ed il secondo automatico entrambi sono pensati per operare in modo 3.

Modo 4

È l’unico modo di ricarica che prevede corrente continua. Questo modo di ricarica necessita di un convertitore di corrente esterno alla vettura al quale attaccare il proprio cavo di ricarica. Spesso la stazione di ricarica è molto più voluminosa di una semplice colonnina, questo è dovuto alla presenza del convertitore che trasforma la corrente in entrata da alternata a continua prima di transitare nel cavo di ricarica verso l’auto elettrica.

Per questa modalità esistono due standard, uno Giapponese ed uno Europeo chiamati rispettivamente CHAdeMO CCS Combo. Le stazioni di ricarica che prevedono il modo 4 consentono una ricarica fino a 200 A e 400 V anche se la normativa non specifica un limite massimo.

Nonostante ci siano ben 4 modi di ricarica regolamentati, sono ancora molti i passi in avanti da compiere in favore della mobilità elettrica. Il veicolo elettrico oggi può essere considerato sia come un dispositivo elettrico che come un semplice veicolo. Questa dualità rende ancora più complicata ed ostica la standardizzazione nella mobilità elettrica. Proprio per questo nel 2010 il CEI ( Comitato Elettrotecnico Italiano) ha formato il Comitato Tecnico CT 312 “componenti e sistemi elettrici ed elettronici per veicoli elettrici e/o ibridi per la trazione elettrica stradale”. È richiesto quindi uno sforzo di tutti i principali organismi di standardizzazione per stabilire delle norme complete che chiariscano caratteristiche ed aspetti tecnici dei veicoli elettrici.
È facile sostenere che la mobilità elettrica abbia tutte le carte in regola per poter cambiare il paradigma del trasporto sia privato che pubblico, difficile è stabilire in quanto tempo avverrà.