Al giorno d’oggi la scelta della nuova auto richiede un ragionamento più approfondito rispetto al passato. Il settore delle quattro ruote vive infatti un periodo di trasformazione a seguito della volontà comune di tutto il mondo di abbassare le emissioni inquinanti.
Sulla scia di tale decisione, dal contesto macro a quello micro, gli organi competenti stanno varando una serie di provvedimenti volti a scoraggiare l’utilizzo di vetture ad alte emissioni per favorire l’acquisto di modelli più green attraverso misure dedicate, a cominciare dagli ecobonus.
In Italia, per esempio, è stato recentemente approvato dal governo Draghi il secondo rifinanziamento per garantire una somma consistente destinata al mondo delle automobili, duramente colpito dalla pandemia. Con l’intento di prendere due piccioni con una fava, lo Stato aiuta contemporaneamente i concessionari e gli acquirenti, svecchiando così il parco circolante.
Numeri alla mano, il segmento che ha riscosso maggiormente successo esaurendo i fondi stanziati in un batter d’occhio è stato quello relativo alla classe energetica 61-135 g/km. Uno scenario che ovviamente non sorprende, vista l’ampiezza dell’offerta in questo range di emissioni. Al suo interno sono infatti compresi modelli a benzina e a gasolio poco inquinanti, modelli a gas GPL o metano e modelli ibridi, sia “mild” che “full”.
Proprio i modelli ibridi sono davvero in rampa di lancio e hanno risucchiato parecchie quote di mercato sia alla controparte benzina che al collaudato gasolio. Basandoci sugli ultimi dati forniti da UNRAE, che fanno riferimento al mese di giugno, le vetture ibride sono passate dal 5,4% al 27,2% delle immatricolazioni totali in due anni. Un grande balzo in avanti dovuto alle minori limitazioni che questa tipologia di auto incontra e a cui le Case si sono adeguate attraverso forme diverse. In questa guida andremo dunque a conoscere da vicino come funzionano le macchine ibride e le differenze principali con le auto elettriche.
Auto ibride: come funzionano
La prima domanda a cui un utente deve rispondere quando si accinge ad acquistare un’auto è la seguente: “Quali sono le mie abitudini?”. Come per le alimentazioni tradizionali, anche le auto ibride sono maggiormente indicate a una tipologia di clientela precisa, considerando i suoi principali cavalli di battaglia. La crescente vastità dell’offerta impone però ulteriori analisi, dal momento che esistono varie sottocategorie di ibrido che si collegano a specifici identikit di consumatori.
In termini estremamente semplici le auto ibride abbinano un motore termico (a benzina o a gasolio) a un motore elettrico. I due motori dialogano tra di loro in differenti modalità: quello termico può ricaricare quello elettrico (si parla di “ibrido serie” – o “mild hybrid”), oppure agiscono in maniera indipendente (“ibrido parallelo” – o “full hybrid”) o ancora funzionano in alternanza (“dual mode” – o “plug-in hybrid”). Il carattere generale della vettura è dato dalla scelta del motore termico, che in questi casi serve a garantire massima efficienza. Altro aspetto importante da considerare è legato alla potenza complessiva dell’auto: non è mai data dalla somma aritmetica dei due motori.
Le gerarchie all’interno della struttura sono chiare: il motore termico comanda sempre e può essere aiutato da quello elettrico in situazioni speciali, di norma quando si cerca una spinta corposa e immediata. Nonostante ciò alcune tipologie di auto ibride possono trasformarsi in auto elettriche ma solo per qualche chilometro, data la piccola capacità della batteria ai polimeri di litio.
Da un punto di vista pratico le auto ibride e le auto elettriche si guidano con la stessa filosofia, ovvero quella di massimizzare il risparmio di carburante (o di corrente). Perciò rimane fondamentale la gestione della batteria, ricaricabile nelle decelerazioni o in frenata. L’intero discorso è utile anche per rispondere a un ulteriore quesito: data la presenza di una pila (piccola o grande che sia) le auto ibride, al pari delle elettriche, sono un’ottima soluzione per chi naviga nei contesti cittadini.
Tipologie di auto ibride
Come detto poc’anzi, non tutte le auto ibride si comportano allo stesso modo. Le “mild-hybrid”, ad esempio, non possono mai viaggiare esclusivamente in elettrico poiché la loro batteria assolve a compiti ausiliari. Questo segmento di auto ibride ha trainato come un volano l’intero settore visto che gode degli stessi vantaggi fiscali delle sorelle. Si tratta di una tipologia di vetture particolarmente indicata a chi viaggia spesso (se non sempre) in città, in cui la batteria è più sollecitata nel consumo e nella ricarica, alimentando anche i servizi che sfruttano la corrente come radio e clima.
Seguono nella piramide le “full hybrid”, che contano su una batteria molto più capiente in grado di viaggiare in elettrico per qualche chilometro. La tecnologia leggermente più complessa le rende più costose rispetto alle “mild”, tuttavia il dispendio economico è bilanciato dai consumi più bassi, specialmente in città dove la pila ha più possibilità di essere ricaricata. Nelle “full hybrid” un ruolo centrale è assunto dal cambio, che deve sempre garantire l’equilibrio perfetto in termini di trazione.
Al culmine si posizionano le “plug-in hybrid”, quasi paragonabili alle auto elettriche. Tali vetture sono infatti dotate un pacco batterie ancora più capiente che aggiunge un secondo serbatoio: la presa di ricarica. A chi si rivolgono? Sempre a un’utenza cittadina, che potrebbe sfruttare questa macchina solo in modalità elettrica. Le “plug-in hybrid” possono contare mediamente su 50 km di percorrenza a zero emissioni e si ricaricano tranquillamente nel giro di una notte dalle colonnine domestiche. Il principale svantaggio è dato dal prezzo: è come avere due auto in una e pertanto la duttilità si paga.
Auto ibride: principali differenze con auto elettriche
Doverosa premessa è che non è possibile stilare una lista di differenze sostanziali tra auto ibride e auto elettriche, a causa delle diverse conformazioni assumibili dalle prime. Per fare un esempio le emissioni di anidride carbonica sono una grande discriminante a sfavore delle auto ibride però, come detto, le “plug-in” posso essere usate solo in modalità elettrica, mentre le “mild” non hanno questa possibilità (anche se comprare una “plug-in” solo per usarla in elettrico non sarebbe una mossa intelligente).
Una discrepanza oggettiva è data dagli ecoincentivi messi sul piatto dallo Stato. Le auto elettriche godono della massima decurtazione rispetto alle auto ibride di qualsiasi tipologia, anche delle “plug-in” che di listino possono costare di più. Sottile ma pur sempre diversa è la guidabilità. Le auto elettriche godono di una spinta maggiore e sono tendenzialmente più potenti delle auto ibride che però, a loro volta, sono più leggere visti gli ingombri limitati della batteria. Sul fronte manutenzione non c’è invece storia: complice un minor numero di componenti le auto a pila stravincono. Infine, da un punto di vista amministrativo le ibride e le elettriche godono degli stessi vantaggi. Tale “pro” è significativo poiché elimina parecchie limitazioni cittadine, a cominciare dalle ZTL.
In sintesi, allo stato attuale le auto ibride sono sicuramente la soluzione più indicata, specialmente in presenza degli ecoincentivi governativi (a cui, ricordiamo, vanno aggiunti quelli regionali). Innanzitutto possono essere anche a gasolio, e quindi allargano la platea ai lunghi viaggiatori, ma soprattutto non devono dipendere dalle colonnine di ricarica in mobilità, scongiurando di conseguenza l’ansia da autonomia, vero tallone d’Achille delle cugine elettriche.