Quadricicli leggeri a motore oppure microcar? Il dilemma sulla nomenclatura rimane ma la sostanza non cambia: sono una ghiotta opportunità per chi si muove in città.
Prima di addentrarci nel dettaglio dell’offerta è doveroso introdurre un breve excursus di carattere tecnico. Secondo il Codice della Strada (art.47) un quadriciclo è un mezzo dotato di quattro ruote con “caratteristiche assimilabili a un ciclomotore”. La grande distinzione in famiglia separa i quadricicli leggeri (L6e) dai quadricicli pesanti (L7e). Nella tabella sottostante analizziamo le principali differenze tra le due categorie, valevoli anche nell’ipotesi di un quadriciclo elettrico.
PARAMETRO | QUADRICICLO LEGGERO | QUADRICICLO PESANTE |
CLASSE AUTOMOBILISTICA | L6e | L7e |
VELOCITA’ MASSIMA | 45 km/h | 80 km/h |
PESO MASSIMO | 350kg (batterie escluse) | 400kg (batterie escluse) |
POTENZA MASSIMA | 4 kW (5,4 CV) | 15 kW (20 CV) |
PATENTE RICHIESTA | AM – 14 anni | B1 – 16 anni (18 per trasporto passeggeri) |
Quadriciclo elettrico: vantaggi e svantaggi
Inutile girarci intorno: i quadricicli sono la soluzione più adatta in tema di micro-mobilità. Tra i principali punti di forza spicca la carrozzeria compatta e i relativi vantaggi: volante che si gira con un dito e parcheggi in un fazzoletto. Sotto il profilo dell’utilizzo in elettrico i pro si moltiplicano. Il powertrain elettrico, che ormai ha raggiunto di un grado di evoluzione notevole permettendo costi di manutenzione irrisori, fornisce quella spinta necessaria nelle partenze che consente di non essere “inghiottititi” dai giganti endotermici. E l’autonomia? Se pensiamo che l’elettrico sposa il cittadino allora siamo a cavallo, visto che i quadricicli leggeri non possono viaggiare in autostrada, essendo paragonati a ciclomotori. Ma se da un lato le possibilità di utilizzo sono ridotte, dall’altro bisogna considerare i costi di ricarica nettamente più bassi rispetto a un’auto elettrica, per via la batteria extra-small.
C’è poi da considerare tutto il pacchetto “burocratico”: niente ZTL e bollo gratuito almeno per i primi cinque anni (in alcune regioni invece è gratis “a vita”). La carrozzeria tipica di un’automobile tradizionale rende inoltre i quadricicli un’alternativa valida in quelle circostanze sfavorevoli quali basse temperature e pioggia, che scongiurerebbero l’uso di un monopattino, di una bicicletta o di uno scooter. La platea a cui è consigliato è dunque limitata da un punto di vista contestuale ma non anagrafica: è una scelta vincente per chi vuole iniziare a guidare, così come chi vuole distinguersi dalla massa.
Famiglie diverse ma identico tallone d’Achille: il prezzo. Per poter essere considerate convenienti, le microcar devono tenersi un cuscinetto rispetto alle citycar, tuttavia la differenza si è sempre più assottigliata. In termini di offerta, però, i quadricicli elettrici offrono qualcosina in più rispetto alle autovetture. Come per le automobili sono disponibili degli ecobonus senza limitazioni. In caso di rottamazione si recupera il 40% dell’importo complessivo (fino a un massimo di 4.000€), mentre senza usato da “dare dentro” si scende al 30% (fino a un massimo di 3.000€).
Quadriciclo elettrico: modelli e prezzi
Non è semplice vedere quadricicli elettrici in giro per le nostre città, eppure ci sono modelli più famosi di altri. Il più recente è Citroen Ami, la proposta innovativa della Casa francese. Lungo 2,4 metri è in grado di ospitare comodamente due persone nell’abitacolo. Il motore elettrico è di 8 CV ed è omologato come quadriciclo leggero, perciò guidabile già da 14 anni. La batteria promette 75 km di autonomia dichiarata e si ricarica in tre ore da una presa domestica. Il suo asso nella manica è però la personalizzazione e lo stile dichiaratamente anticonformista che la rendono una vera calamita per lo sguardo. Disponibile anche in versione Cargo per la clientela business, Citroen Ami parte da 7.200€, ecoincentivi esclusi.
La leader indiscussa del movimento è da anni la Renault Twizy, arrivata sul mercato già nel 2012. Rispetto alla carrozzeria quadrata della Ami, la microcar della Losanga ha uno sviluppo verticale, tant’è che il secondo occupante alloggia dietro il guidatore. Anche la Twizy è disponibile in versione Cargo ma offre la doppia scelta ai consumatori, sia quella omologata come quadriciclo leggero che pesante. La batteria promette 100 km di autonomia e per metterla in garage occorre sborsare almeno 12.000€ (12.800€ per la versione da 80 km/h).
A proposito di antesignane come non citare il Birò, prodotto dall’italiana Estrima. Fresca di debutto nel 2009, ha venduto nella successiva decade 3.500 pezzi, un risultato notevole per la categoria. Nettamente più corta di Ami e Twizy (1,75 m) presenta la duplice configurazione di ciclomotore e quadriciclo pesante (kit Bolt). Tra le novità del Birò c’è Re-Move, ossia la possibilità di smontare la batteria per trasportarla comodamente in qualsiasi punto di ricarica. In questo caso l’autonomia scende a 55 km rispetto al dichiarato di 100. Il listino di Estrima Birò parte da 7.990€ ed è disponibile anche nella flotta LeasePlan.
Tra le proposte di nicchia citiamo Aixam e Tazzari brand upmarket le cui microcar somigliano moltissimo a vere citycar, per dotazione e tecnologia di bordo. In casa Cina invece spicca la Xev Yoyo, tra le più capienti del lotto con una autonomia dichiarata di 150 km.