Oggi si parla sempre più di riciclo batterie delle auto elettriche e loro riuso come opportunità di business. Basti pensare che IDTechEX stima che entro il 2030 ci saranno 6 milioni di batterie a fine vita provenienti dai veicoli elettrici con una capacità stimata che supera i 275 GWh all’anno.

Appaiono quindi evidenti le enormi opportunità offerte dalle batterie EV per l’energy storage e le potenzialità di accumulo energetico che possono interessare i parchi fotovoltaici. Le stesse case automobilistiche stanno portando avanti progetti per il riciclo delle batterie EV e tra queste ci sono Tesla, Renault, Nissan, Audi, Toyota.

In Italia a lavorare sul fine vita delle batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici è il consorzio nazionale COBAT. Vediamo cosa si può riciclare e quale può essere la seconda vita delle batterie per auto elettriche.


Cosa si può riciclare?



Dopo 5-8 anni di uso le batterie agli ioni di litio usate nei veicoli elettrici si degradano, ma tuttavia anche dopo 10 anni possono essere usate in altri ambiti con accumulo di energia e cicli meno frequenti. Oltre al riutilizzo si possono riciclare i vari componenti delle batterie e in particolare metalli preziosi come cobalto e nichel a costi competitivi rispetto all’estrazione mineraria.

Come dimostra McKinsey con la crescita della presenza di veicoli elettrici si afferma il settore dell’energy storage alimentato da batterie usate di electric vehicle, che potrebbe superare i 200 GWh entro il 2030.

“La rapida crescita dei veicoli elettrici potrebbe fornire un mercato di applicazioni di stoccaggio con un valore globale superiore a 30 miliardi di dollari entro il 2030, poiché le batterie di seconda vita dei veicoli elettrici saranno utili a soddisfare diverse applicazioni di stoccaggio”, sottolinea lo studio.

Una batteria di auto elettrica usata conserva il 70-80% della capacità originale e si può impiegare per l’accumulo di energia stazionario prima di riciclare i singoli componenti.


Seconda vita delle batterie dell’auto elettrica



Come detto la seconda vita delle batterie auto elettrica prevede l’impiego come energy storage nel settore delle rinnovabili. Anche uno studio del MIT – Massachusetts Institute of Technology di Boston rileva che le batterie non più impiegabili per i veicoli elettrici potrebbero essere riutilizzate anche per il fotovoltaico, come accumulatori di riserva per almeno un decennio.

Pensiamo alla costruzione di parchi solari e sistemi di batterie provenienti da EV riadattati quando sono troppo deboli per alimentare l’auto elettrica o ancora a nuovi sistemi di stoccaggio delle batterie agli ioni di litio. In altre parole una seconda vita del sistema di batterie EV porta a un ragionevole ritorno netto sull’investimento a patto che non costino meno del 60% del loro prezzo originale.

Le aziende automobilistiche si stanno già muovendo in questo senso e stanno lavorando al riciclo di pacchi batteria o della second life per ridurre anche la CO2 delle lavorazioni del riciclo usando elettricità da fonti rinnovabili. In Italia c’è l’attività del COBAT, che si occupa di economia circolare e raccoglie pile e accumulatori esausti, di rifiuti elettronici Raee e di pneumatici fuori uso.

Per la gestione del fine vita di batterie e accumulatori al litio si sta studiando una tecnologia a costi sostenibili e a maggior risparmio energetico, ottimizzando al massimo il recupero.

Cobat e l’Istituto di Chimica dei Composti Organometallici del CNR hanno brevettato un processo per il recupero idrometallurgico della black mass (miscela di litio, manganese, cobalto e nickel) delle batterie al litio. Ad oggi è già stato trovato un partner industriale, che ha anche un brevetto a monte per il pre-trattamento meccanico e sono in fase di ottenimento le autorizzazioni per la sperimentazione pilota di un impianto, situato in Italia, con tecnologie di ultima generazione per il trattamento e il recupero degli accumulatori al litio.

In conclusione, la vita della batteria al litio non finisce quando termina la sua capacità di alimentare l’auto elettrica, ma continua nel tempo portando alla sua seconda vita come energy storage. Si tratta di studi e ricerche di fondamentale importanza dato che l’uso di auto elettriche è destinato ad aumentare e con esso il numero di batterie esauste da riciclare.