L’articolo che proponiamo di seguito si inserisce nel filone di guide che analizza quanto sia pronta l’Italia ad abbracciare la filosofia dell’elettrico. Un tema costantemente di attualità per molteplici ragioni, su cui gli italiani dimostrano una sensibilità differente e ben identificata in precisi parametri sociodemografici. In tema di autoveicoli i gusti del pubblico tricolore sono sempre stati ancorati alla tradizione, a marchi e modelli conosciuti, diffidando della novità. Una simile tendenza si è vista anche nel comparto delle auto elettriche, dove la sola Renault Zoe riesce a tenere testa a vetture dal blasone infinitamente più grande quali Fiat 500 e VW ID.3.

Ancor di più che per le automobili termiche, il segmento delle auto elettriche sembra essere strettamente legato alla variabile “prezzo”, specialmente in un momento storico caratterizzato da un progressivo innalzamento del livello medio dei listini. L’Osservatorio Mobilità e Sicurezza guidato da Continental, e giunto alla sua terza edizione lo scorso ottobre, ha dipinto un quadro del pubblico italiano alquanto eloquente: l’interesse per le auto elettriche c’è ma le tasche sono spesso insufficienti. In questa guida andiamo dunque a capire cosa si nasconde dietro alle paure e alle insidie degli intervistati, analizzando i costi da considerare quando si valuta l’acquisto di un’auto elettrica.

I costi d’acquisto

Come detto poc’anzi la maggior parte degli italiani nutre interesse e curiosità per il settore delle auto elettriche, tuttavia, mostra non poca diffidenza quando si tratta di fare sul serio. Uno dei punti più curiosi e al contempo più irrazionali riguarda i test drive delle auto BEV6. Sempre prendendo in esame i dati dell’Osservatorio, solo il 12% degli interessati ha effettuato una prova in anteprima di un veicolo elettrico. Non serve dire che effettuare un test drive è importantissimo per “confermare” sul campo la validità del possibile acquisto, ma nel caso di un’auto a batteria è ulteriormente cruciale: testare personalmente la differenza di guidabilità rispetto a una vettura termica significa dare una prima risposta su come risparmiare nell’utilizzo quotidiano del proprio autoveicolo (l’esempio più immediato è la frenata rigenerativa). A onor del vero, bisogna anche ammettere che la pandemia ha scoraggiato i test drive e inoltre parte del rinnovamento nella vendita di un’automobile consiste anche in un maggior impiego delle risorse online. In questo caso il consiglio è semplice: se potete prenotare un test drive fatelo senza esitazioni, anzi spesso sono le stesse Case a indire dei weekend dedicati esclusivamente a provare in anteprima le vetture. È gratuito e vale ampiamente il costo per recarsi in concessionaria.

Un test drive non può tuttavia essere sufficiente, se non per calcolare dal vivo i consumi reali della vettura e le condizioni dinamiche di guida. Il vero ostacolo che spesso impedisce di passare alla fase successiva di valutazione è il prezzo, quando dalle parole si passa ai fatti. Tutti noi vorremmo infatti essere più ecosostenibili nel nostro stile di vita, ma a quale costo? Le promesse che compaiono negli spot pubblicitari o che vengono enfatizzate dai venditori sono complicate da mantenere, per il semplice fatto che nessuno è in grado di fare i conti con precisione. Ogni report, ogni previsione non può che essere una stima. Ma questo ragionamento vale solo fino a un certo punto per le auto elettriche, poiché l’importante in fase di acquisto è strappare il prezzo più aggressivo possibile.

In tal senso gli ecobonus governativi hanno dato grandissimo impulso al settore, e se fossero stati limitati alle auto totalmente green (anziché basarsi solo sulle emissioni) il divario rispetto alle termiche sarebbe stato ulteriormente ridotto. Oltre alle iniziative statali, alcune Case hanno lanciato i nuovi modelli a corrente in versioni di lancio fortemente scontate, una strategia che in molti hanno apprezzato e assecondato. L’offerta attuale è interessante ma nel prossimo semestre sarà ancora più facile districarsi. Il suggerimento in tal senso è il seguente: se cercate una cittadina non abbiate esitazioni (con gli ecobonus “vengono via” veramente a prezzo di saldo), se invece siete alla ricerca di una vettura più completa allora vale la pena aspettare nuovi modelli che coprano la fascia media del mercato. Infatti, uno dei grandi difetti del panorama a corrente è che i Costruttori si sono fatti prendere la mano puntando sull’effetto-wow e poco al portafoglio dei clienti.

I costi di gestione

Strappare un buon assegno in concessionaria è però solamente il punto di partenza. Da qui comincia la gestione oculata finalizzata al massimo risparmio personale, oltre che dell’ambiente. Tendenzialmente, nel momento in cui si acquista ufficialmente una vettura a corrente si hanno già le idee chiare e ciò si rivela determinante.  I due grandi elementi nei costi di gestione sono le ricariche e la manutenzione, vediamo nel dettaglio come incidono sulla spesa complessiva. Per entrambe abbiamo già trattato le tematiche in articoli specifici che trovate all’interno del blog. Sul fronte della manutenzione, naturalmente, il principale imperativo rimane quello di trattare la propria auto elettrica con i guanti, nonostante la minore componentistica. La garanzia sul pacco batterie è di norma pari a 8 anni oppure 160.000 km, mentre il motore elettrico viene assicurato in media per tre anni. Ogni ricarica usura progressivamente la batteria, i dati parlano di un 10% di capacità in meno in un ciclo di 500 ricariche.

Dedichiamo qualche riga in più al capitolo ricarica. Sappiamo che le ricariche domestiche sono più convenienti di quelle pubbliche poiché meno performanti. Ci sono comunque diversi modi di ricarica per auto elettrica in forma privata: la presa di ricarica a 2.3 kW è sconsigliata per le auto elettriche dotate di accumulatori consistenti; infatti, non basterebbe una notte (in alcuni casi nemmeno un’intera giornata). La soluzione migliore è installare una wallbox esterna (costo medio intorno ai 1.000€) con potenza di ricarica variabile da 3.7 kW fino a 11 kW. Un’alternativa 100% green è l’installazione di pannelli fotovoltaici (costo medio stimato tra i 3.000€ e gli 8.000€) per una totale indipendenza. Oltre a ciò, bisogna essere protetti anche sul fronte delle ricariche in mobilità. La lenta ma costante crescita delle infrastrutture di ricarica consente di non dover patire le pene dell’inferno sprecando corrente (e soldi) alla ricerca disperata di una colonnina. L’abbonamento rimane la scelta più comoda, anche perché quasi tutte le Case automobilistiche sono convenzionate con un fornitore. Alcune addirittura regalano il primo anno di ricariche, un vantaggio non da poco e tutt’altro che scontato. In generale, considerate che a una potenza di ricarica maggiore corrisponde un costo unitario maggiore (oggi le colonnine fast arrivano 0.79€/kWh) ma anche minori tempi di attesa.