Italiani, popolo di appassionati all’elettrico oppure scettici verso gli effettivi benefici della transizione ecologica? Sulle nostre pagine potete trovare all’interno di vari articoli alcuni riferimenti ai dati ricavati dalle ricerche di mercato e proprio il progressivo aumento dei sondaggi sul tema sono la testimonianza di quanto l’ascolto delle persone sia cruciale in proposito. Nella seguente guida che vi proponiamo, dedicata alla classificazione e alla suddivisione dei mezzi elettrici attualmente in circolazione, ci appoggeremo nuovamente al tradizionale report di riferimento sulla mobilità elettrica, promosso dall’Osservatorio Smart Mobility.
Sotto il profilo automobilistico l’Italia è il settimo mercato europeo con circa 60.000 auto elettrificate (BEV e PHEV) in riferimento al 2020, con una crescita annua del 251% e una distribuzione tra le due tipologie praticamente equa. Per quanto riguarda l’infrastruttura di ricarica, elemento chiave della spinta, siamo a 21.500 punti di ricarica ad accesso pubblico (dato aggiornato a luglio 2021, +34%), la cui quasi totalità in corrente alternata AC fino a 44 kW. Interessante notare al contempo i numeri della ricarica privata, ben 24.000 dispositivi installati, di cui il 65% di natura domestica. Quest’ultima è la principale fonte di rifornimento alla spina per l’83% degli italiani.
Oltre alle analisi quantitative stanno prendendo sempre più piede le qualitative, volte a capire chi sono realmente i consumatori dell’elettrico e i potenziali clienti. Tale fenomeno viaggia di pari passo con il tentativo di attuare un’evoluzione culturale sull’argomento che, tuttavia, rischia di trasformarsi in una forzatura, in un obbligo verso la transizione ecologica per “giustificare” le risorse importanti messe in campo dai governi centrali. Ovviamente tutti noi vorremmo poter “pesare” meno sul pianeta (il cosiddetto “carbon footprint”) ma al contempo l’intenzione non si sposa sempre con l’azione. Acquistare un mezzo elettrico, anche di piccola taglia, non è sempre facilmente accessibile, oltre a ciò districarsi negli ambienti urbani (principali habitat di utilizzo) può risultare complicato anche per il senso civico poco diffuso.
Mezzi Elettrici: le categorie a quattro e due ruote
Il mezzo elettrico più diffuso è ovviamente l’automobile, una vera e propria seconda casa per milioni di italiani. Nei mesi conclusivi del 2021 l’Italia ha superato il traguardo del milione di vetture elettrificate in circolazione, praticamente raddoppiando il valore registrato a fine 2020. Nonostante i diversi ostacoli durante le fasi di acquisto e utilizzo sommati a un approccio diverso per filosofia e mentalità, il pubblico italiano ha fatto la sua parte grazie anche a un’offerta in continua evoluzione e che vedrà nel 2022 un’ulteriore accelerazione. Tra le Case che più hanno spinto verso l’elettrificazione pura ci sono le tedesche e le coreane Hyundai-Kia, mentre il gruppo Stellantis è più indietro nella transizione. Ci sono poi Costruttori che hanno invece scelto di perseguire la strada dell’ibrido puro, come Toyota, o di affiancare le due tecnologie, come Renault.
Il mondo delle due ruote si difende con onore, anche se sulla carta è un mezzo meno portato all’elettrificazione. Più che le moto sono gli scooter a trainare con vigore le vendite e il motivo è una semplice addizione: veicolo urbano e tecnologia che dà il meglio in città sono un binomio necessariamente vincente. Secondo Confindustria ACMA, associazione di categoria, la crescita nelle vendite è stata pari al 54,7% su base semestrale rispetto al 2020, trainato a sorpresa dalle motociclette. Grande spinta al mercato viene dato soprattutto dalle flotte aziendali presenti nelle metropoli tricolore, dove il ronzio degli scooter elettrici è ormai parte integrante della colonna sonora. Uno dei temi più dibattuti a riguardo, specialmente per le moto elettriche, è la circolazione in autostrada, al momento inibita per una falla nel Codice della Strada. Tante le offerte del mercato presenti, con versioni depotenziate per essere guidate anche con il “patentino”.
Mezzi Elettrici: quadricicli e veicoli commerciali
Due sottoinsiemi del comparto automobilistico sono i quadricicli e i veicoli commerciali. Cominciamo dai primi, particolarmente indicati per l’habitat urbano date le dimensioni compatte, e consigliabili come soluzione iniziale di avvicinamento al mondo dei mezzi elettrici. In primis per i costi decisamente più bassi rispetto alle tradizionali automobili, successivamente poiché guidabili già a 16 anni. In più godono di tutti i vantaggi dell’elettrificazione, sia sul fronte relativo alla circolazione che dal punto di vista economico. Il collo di bottiglia? Il limite di utilizzo al solo contesto cittadino e le autonomie ridotte che implicano una ricarica praticamente giornaliera. Vasta l’offerta dei produttori, sia con brand specializzati come la francese Aixam sia con marchi puri dell’auto come Citroen e Seat.
Più dinamico il comparto dei veicoli commerciali a corrente, su cui le Case stanno spingendo molto. Con molta probabilità sarà il primo segmento a raggiungere la completa elettrificazione, considerando la ridotta gamma disponibile. Oltre ai benefici facilmente intuibili per aziende e attività che operano all’interno dei centri urbani (molte le partnership strette con i brand di auto), ci sono alcuni svantaggi da non sottovalutare. L’autonomia ridotta in primis, visto che le batterie sono mediamente piccole e ciò significa avere la certezza di poterla ricaricare all’interno del contesto lavorativo. Impensabile, infatti, fermarsi durante l’orario di lavoro a una colonnina, visti i tempi abbastanza lunghi. Oltre a ciò il prezzo di acquisto è particolarmente oneroso, anche al netto degli incentivi fiscali previsti.
Mezzi Elettrici: monopattini e bici
Chiudiamo la rassegna con la categoria dei monopattini e delle bici elettriche, ossia la cosiddetta mobilità dolce. In tempi recenti si è parlato molto di tali mezzi elettrici, che hanno avuto un vero e proprio boom durante la pandemia grazie al bonus governativo, soprattutto per le implicazioni negative che comporta un loro utilizzo scorretto. In Olanda, dove la diffusione è capillare, il tema è diventato politico, e anche in Italia sono state introdotte norme a riguardo con l’ultimo DL Infrastrutture cercando di garantire la massima sicurezza (uso del casco, limiti di utilizzo e di velocità, assicurazione). I dati sugli incidenti tramite monopattino sono abbastanza preoccupanti e purtroppo non sono mancati casi in cui il conducente si è ferito in maniera mortali.
Il mercato dei monopattini elettrici è in piena espansione (basti vedere quanti stand erano presenti durante EICMA 2021), con un crescente interesse dei costruttori delle due ruote che ha separato il comparto “domestico” a quello “premium”. Pubblici diversi e costi altrettanto differenziati, spesso di migliaia di euro. Il nostro consiglio è quello di affidarvi a marche consolidate nel ramo e di verificare che il prodotto da voi scelto sia conforme ai nuovi standard regolamentari. Leggermente più anziano il mercato delle e-bike, che ha ugualmente usufruito degli incentivi governativi per incrementare il proprio sviluppo (+44% nel 2020 con 280.000 esemplari venduti). Si è addirittura creato un problema economico in cui l’offerta non riusciva a soddisfare la domanda, posticipando di settimane la consegna a causa della componentistica più elaborata rispetto alle bici tradizionali (un problema analogo a quello dei chip per le auto). Con l’incremento della viabilità ciclabile la e-bike risulta attualmente una soluzione più indicata per l’uso privato, specialmente se pieghevole, mentre il monopattino elettrico può essere la scelta migliore sul fronte dello sharing.