All’interno del blog potete trovare tanti articoli specifici su modelli di auto elettriche, sul funzionamento del sistema elettrico e tanto altro. Ciascun argomento rientra in un grande cappello che si chiama mobilità sostenibile o “e-mobility”e fotografa lo stato di avanzamento di un processo ormai ufficialmente cominciato. L’obiettivo, come sappiamo, è quello di rendere il nostro pianeta sempre meno dipendente da fonti combustibili che causano l’eccessivo inquinamento dell’aria. In questa guida andremo dunque a fare una panoramica di tutto ciò che sta accadendo ed è in programma sulla tabella di marcia, analizzando la sfera della mobilità green da più prospettive, mantenendo il focus sul settore delle auto elettriche italiane.
Secondo l’accordo di Parigi il principale obiettivo nel lungo periodo dell’Unione Europea è l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050 (in termini tecnici si parla di “neutralità climatica”). Per raggiungere il traguardo sono stati inseriti degli obiettivi intermedi che potrebbero essere ancor più stringenti all’avvicinarsi della scadenza, nel tentativo auspicato di anticipare la deadline finale. In tal senso un aiuto potrà magari venire da un livello di competenze e tecnologie disponibili sempre più sofisticato.
Tra i settori che maggiormente contribuiscono in negativo alla produzione di CO2 figura il comparto dei trasporti, in particolar modo quelli su strada. Si stima che siano soprattutto furgoni e automobili a determinare tali emissioni nocive. Per tale ragione l’UE ha imposto il rispetto di una serie di Regolamenti e Direttive che si applicano a tutti i soggetti coinvolti: Case, Stati e Pubbliche Amministrazioni.
Nel caso dell’Italia la rivoluzione green rientra all’interno del Piano Nazionale Integrato di Energia e Clima (PNIEC), un documento quotidianamente aggiornato di anno in anno che programma interventi mirati con scenario conclusivo nel 2030. Le micro-aree d’intervento variano dalla necessità di avere un parco auto circolante sempre meno anziano e più “green” fino all’utilizzo corposo di fonti rinnovabili da cui ricavare l’energia primaria. Centrale nella discussione è naturalmente la questione della diffusione dei punti di ricarica su tutto il territorio nazionale.
Auto elettriche italiane: la situazione attuale
Non c’è alcun dubbio che il tema ambientale sia al centro del dibattito quotidiano come mai prima d’ora. Alcuni fenomeni classificati come “estremi” hanno alzato notevolmente il carattere d’urgenza nell’intervenire a sostegno del pianeta. Con l’impegno e l’intento di fare fronte comune, soggetti pubblici e privati hanno unito le forze per cambiare lo status quo.
La mobilità elettrica non è il primo settore che ha trainato la svolta, tuttavia sembra aver preso l’abbrivio propizio e potrebbe rivelarsi come uno dei comparti più remunerativi. Nel panorama fioccano partnership tra aziende nel tentativo di impostare la problematica come una sfida, come un videogame con livelli da superare prima della prova finale. Spazio quindi alla creatività per sconfiggere un nemico che non conosce confini. Non solo quindi attori direttamente impegnati con gli elettroni ma persino fondi d’investimento, banche che mettono a disposizione progetti e finanze consistenti. Le previsioni sugli indotti da qui a medio-lungo termine sono incredibili, per non parlare della creazione di un nuovo ramo lavorativo. Insomma, la sostenibilità ambientale è diventata a tutti gli effetti un asset strategico per le aziende, che investono e sfruttano commercialmente.
Anche per i cittadini è giunto il momento di avviare la rivoluzione verde. Numerosi sondaggi attestano l’avvenuta percezione da parte dei singoli e la loro crescente responsabilizzazione verso la tematica ambientale (anche se da sola non basta, serve anche un’educazione all’uso e alla gestione delle risorse). Il dato che forse chiarisce la tendenza in atto riguarda il sentimento di attaccamento alla questione delle nuove generazioni, le quali convivono e usufruiscono delle soluzioni messe in campo dalla mobilità sostenibile (a cominciare dal boom dei monopattini o dalle forme di sharing e pooling).
Infine il governo centrale, che con l’amministrazione Draghi ha creato ufficialmente il nuovo Ministero della Transizione Ecologica. Presieduto da Roberto Cingolani sarà chiamato a gestire la fetta più grande del Recovery Fund (circa 70 miliardi di euro) in progetti che consentano all’Italia di fare un passo in avanti significativo. Il PNRR, ossia il piano che illustra come verranno spesi i soldi, prevede ad esempio l’obiettivo di 6 milioni di auto elettriche circolanti entro il 2030. Ma per arrivarci servirà investire di pari passo sulle infrastrutture di ricarica.
Auto elettriche italiane: le infrastrutture
Abbiamo già avuto occasione di toccare il tema delle infrastrutture di ricarica, chiaramente centrale se si vuole pensare di elettrificare il parco auto circolante. Per far sì che la diffusione sia rapida è necessario che il rapporto tra le parti in causa sia il più fluido possibile, aspetto non così scontato viste le tempistiche burocratiche attualmente vigenti. Ma, come detto, la convergenza di tutti verso un obiettivo comune dovrebbe semplificare notevolmente la questione.
Riprendendo i numeri del secondo rapporto trimestrale redatto da MOTUS-E, a giugno 2021 ci sono 23.000 punti di ricarica in Italia, con una forte concentrazione al Nord (57%) e nelle aree metropolitane (30%). Di questi, solamente il 4% rappresenta colonnine fast o ultra-fast (in grado di erogare dai 100 kW di energia). Stando a quanto indicato nel PNRR è in programma la posa di altre 20.000 colonnine entro il 2024, di cui 7.500 collocati lungo le arterie autostradali per un investimento complessivo di 740 milioni di euro.
Secondo le stime si dovrebbe arrivare a 110.000 punti di ricarica entro il 2030, un numero che appare esiguo sempre in considerazione delle previsioni (ricordiamo 6 milioni di auto elettrificate). La ricarica in mobilità dovrebbe comunque continuare a rappresentare una percentuale inferiore rispetto a quella domestica. Tutte le linee-guida sono consultabili liberamente nel report “Il futuro della mobilità elettrica: l’infrastruttura di ricarica in Italia @2030” di MOTUS-E, realizzato in collaborazione con Strategy&.