Nel cuore e nell’immaginario collettivo Volvo è ancora un marchio svedese ma in realtà sono già dieci anni che il brand fa parte della galassia cinese Geely. Un’acquisizione che ha giovato enormemente al Costruttore, il quale ha visto crescere il numero di dipendenti e soprattutto il fatturato annuo. In questa guida andremo dunque a conoscere il piano industriale pensato dal colosso asiatico per Volvo, dando anche un’occhiata veloce nel prossimo paragrafo a ciò che è in serbo per i marchi “fratelli”.

Il primo brand che esaminiamo è strettamente legato a Volvo, parliamo di Polestar: dal 2017 si è slegato dal marchio proprietario (ossia la stessa Volvo) per produrre con il proprio nome auto elettriche ad alte prestazioni. Sono nate così Polestar 1 e soprattutto Polestar 2, con quest’ultima che ha ufficialmente dichiarato guerra alla regina Tesla Model 3 (prezzi da 46.000€). Un gradino al di sopra si colloca Lotus che sta per presentare la sua prima hypercar elettrica, la Evija da oltre 2.000 CV. Infine, sul fronte dei sub-brand cinesi che stanno per approdare sul mercato europeo citiamo Lynk&Co, fresca di debutto con il SUV ibrido plug-in “01” che condivide con la cugina Volvo XC40 gran parte della meccanica. A tal proposito vi ricordiamo che sul blog è disponibile un articolo che riepiloga le migliori proposte a batterie proveniente dal Dragone.

Terminato questo breve excursus ritorniamo in Europa per descrivere la roadmap della transizione elettrica da parte di Volvo. Attraverso un comunicato ufficiale dello scorso marzo la Casa ha dichiarato che intende avere a listino vetture completamente elettriche, eliminando l’offerta ibrida che oggi caratterizza la quasi totalità dei modelli. Tale rinnovamento sarà accompagnato da una serie di altri sviluppi, a cominciare dalla vendita online, e un primo bilancio il tal senso potrà arrivare già a partire dal 2025. In linea di massima, come molti competitor, è quello di internalizzare quanto più possibile del meccanismo di elettrificazione, incluso il tema caldo della produzione di batterie.

Su questo fronte è attualmente attiva una collaborazione tutta svedese con Northvolt, tesa a creare un impianto produttivo e logistico combinato da appoggiare a quello già esistente a basso impatto ambientale. I primi frutti della joint-venture potranno vedersi con il primo modello nativamente a pile del marchio, ossia il SUV XC90 che si prepara a inaugurare il nuovo ciclo di Volvo dopo averlo aperto nel 2014. Le promesse parlano di una straordinaria densità energetica (che permetterà di estendere notevolmente l’autonomia fino alla soglia dei 1.000 km), della possibilità di avere la ricarica bidirezionale (restituisce alla collettività l’energia in eccesso) e di un’architettura che ridurrà le masse a favore dell’efficienza. Da segnalare infine il progetto Volvo Recharge Highways che promuoverà l’installazione di colonnine di ricarica fast sull’intero territorio nazionale.

Auto Elettriche Volvo: i modelli di punta

Volvo XC 40 Recharge

Due i modelli dotati di accumulatore, XC40 e C40. Partiamo dal primo che rappresenta complessivamente il top-seller di Casa in termini di immatricolazioni sul mercato italiano. L’allestimento Recharge identifica la variante a pile della vettura, ulteriormente identificata dalla sigla “P8”, e offre ai potenziali consumatori due varianti di potenza: quella tranquilla da 231 CV o quella cattiva da 408 CV. Un grande contro della versione più sportiva è dato dal peso, superiore alle due tonnellate, che rende difficoltosa la guida senza freni per via di un rollio comunque ben contenuto.

Due i motori che valgono la conseguente trazione integrale (rimane invece a trazione anteriore la variante da 231 CV), uniti a due vani baule: al bagagliaio posteriori si aggiunge il canonico pozzetto anteriore tipico delle auto elettriche per una capienza complessiva pari a 444 litri, molto bene. Entrambe montano una batteria da 75 kWh che garantisce percorrenze similari (la Casa dichiara un valore che scollina quota 400 km) e usufruiscono della possibilità di accettare in ingresso di 150 kW: in questo modo il tempo di ricarica scende a 40 minuti per arrivare al 100%.

L’estetica non cambia particolarmente rispetto ai modelli termici, eccezion fatta per la mascherina chiusa come vuole il galateo delle elettriche. I contenuti tipicamente Volvo si ritrovano all’interno, a cominciare dall’assenza di qualsiasi pulsante o strumento di accensione: è sufficiente spostare il selettore su “D” per mettere in moto l’auto. La gestione della frenata rigenerativa si gestisce dall’ampio display ma non offre molte opzioni di intensità come accade sulle rivali, tuttavia funziona con efficienza. La vera chicca è però offerta dal sistema infotelematico, il quale integra nativamente il software di Google Automotive, in grado di portare l’esperienza utente a un livello ancora superiore.

Alto il listino specialmente se comparato alla versione ibrida plug-in. Si parte da 48.800€ per la variante da 231 CV in allestimento Plus (portellone elettrico, clima bizona, volante in pelle riscaldabile, cerchi in lega da 19”, aiuti alla guida di livello 2, navigatore). L’allestimento Pro parte invece da 52.900€ e aggiunge il tetto elettrico in cristallo, le regolazioni elettriche dei sedili, i fari full led matrix, la telecamera a 360° e un impianto audio dotato di subwoofer. Rimangono optional i cavi di ricarica (da 560€). Per la variante P8 da 408 CV servono rispettivamente 56.300€ e 60.400€.

Volvo C40

Davvero minime le differenze di Volvo C40 che rappresenta la variante SUV-Coupè di XC40, andando a riprendere un segmento che era rimasto in soffitta per lunghissimo tempo. È la prima Volvo nata elettrica e verrà prodotta in Belgio, si attende la commercializzazione prevista per il prossimo inverno (la vettura sarà però ordinabile solo online).

Esteticamente ritroviamo tutti gli stilemi tipici del gruppo, tranne che per i gruppi ottici posteriori dove debutta un’inedita tecnologia fatta di piccoli diodi ravvicinati simili a pixel. La vettura verrà lanciata in una versione di lancio, chiamata “1st edition” al prezzo di 57.500€ per l’unica variante disponibile, vale a dire quella da 408 CV.