È di marzo 2024 il rapporto di Transport & Environment (T&E) in tema di sostenibilità ed elettrificazione dei trasporti in Europa. Si intitola State Of European Transport e, attraverso un’attenta analisi, offre una panoramica su dove siamo oggi e dove puntiamo per un’Europa più pulita. Quello che emerge, innanzitutto, è un movimento controcorrente nell’ultimo trentennio riguardo la decarbonizzazione. Mentre nei settori agricoli e industriali le emissioni di CO2 sono diminuite del 38% dal 1990, le emissioni climalteranti dei trasporti in Europa sono aumentate quasi di un quarto dallo stesso anno.I trasporti, dunque, diminuiscono le loro emissioni inquinanti a passo lento, impiegando tre volte più tempo rispetto agli altri settori dell’economia. Dal 2007, le loro emissioni di CO2 sono infatti diminuite solo dell’8% e si prevede che, entro il 2030, copriranno quasi la metà delle emissioni di gas serra totali in Unione Europea. A dare un importante contributo in termini di inquinamento sono i veicoli su strada, la cui diffusione è regolamentata dal Green Deal. Una delle ultime normative dell’europarlamento riguarda infatti il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel entro il 2035. Una cosa è certa: il futuro guarda all’elettrico.
Diffusione dei veicoli elettrici
Secondo i dati dello State Of European Transport, l’elettrico è in crescita. Nel 2023, la vendita di auto elettriche è aumentata del 28% rispetto agli anni precedenti, evidenziando l’andamento di un’auto elettrica venduta ogni sei equivalenti a benzina o diesel. Emerge quindi un trend positivo, a cui si aggiunge la previsione di T&E sugli anni a venire, a partire da un’osservazione dei trasporti in Europa sul decennio 2020-2030. Si prevede infatti che le auto elettriche miglioreranno nei prossimi dieci anni, diventando quattro volte più efficienti rispetto alle attuali in circolazione. Una cifra interessante, se calcoliamo che, attualmente, le auto elettriche sono già tre volte meno inquinanti di quelle a motori endotermici.
Crescita delle infrastrutture di ricarica
Ancora, però, non basta. Lo State Of European Transport evidenzia come il 60% delle auto vendute ogni anno appartenga alle flotte aziendali. I veicoli commerciali, come si legge nel documento, sarebbero i perfetti candidati per l’elettrificazione accelerata dei trasporti in Europa. Sono soggetti a sgravi fiscali, responsabili di più chilometri di marcia percorsi, e quindi di una maggiore quantità di CO2 emessa, e di proprietà di aziende con la forza finanziaria di investire sulla mobilità sostenibile. Allora perché solo 9 Paesi in UE stanno transitando le flotte aziendali verso l’elettrico?Una delle ragioni per cui i veicoli commerciali sono ancora prevalentemente a benzina o diesel è il chilometraggio. Sulle lunghe distanze, un veicolo commerciale elettrico avrebbe bisogno di molte infrastrutture veloci di ricarica a disposizione. In questo senso, però, interviene l’Investimento 4.3 del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Grazie al fondo europeo Next Generation EU, 741 milioni di euro sono infatti a disposizione dell’Italia per l’installazione di 21.000 nuove colonnine di ricarica sul territorio nazionale entro il 2025. Tra queste, 7500 su strade extraurbane con potenza superiore a 175kW e 13000 su strade urbane con potenza superiore a 90kW. Un incentivo da non sottovalutare.
Innovazioni nelle batterie e nei sistemi di ricarica
Nel 2012, il Piano Nazionale per l’Infrastruttura di Ricarica Elettrica (PNiRE), si è posto l’obiettivo di sviluppare reti infrastrutturali di ricarica elettrica sul territorio italiano. Undici anni dopo, la sua struttura è stata integrata dalla PUN (Piattaforma Unica Nazionale per i veicoli ad energia elettrica). Si tratta di un sistema informatico in grado di mappare le colonnine di ricarica attualmente presenti in Italia in modo da offrire un servizio agli utenti in possesso di veicoli elettrici. Questa integrazione si aggiunge al più ampio progetto di sviluppo delle reti di ricarica, ammodernamento degli impianti e promozione tecnologica del PNiRE.
L’elettrificazione accelerata, però, passa anche per l’innovazione di batterie e sistemi di ricarica. Pensiamo per esempio a Dazebox, il dispositivo di ricarica da parete per veicoli elettrici che arriva direttamente a casa tua (Dazebox Home T, Dazebox Home S) o negli spazi pubblici condivisi (Dazebox Share T, Dazebox Share T). Entrambe le soluzioni, con il cavo o con la presa, uniscono ricerca tecnologica d’avanguardia e design attento alle esigenze di fruizione. Molte funzionalità tradotte in:
- Semplicità: si installano in modo facile e veloce.
- Accessibilità: gli orari sono programmabili e si possono gestire gli accessi tramite app.
- Versatilità: si possono utilizzare in tutte le abitazioni e in tutti gli spazi condivisi (condomini, alberghi, aziende, parcheggi…)
- Multifunzionalità: sono disponibili in versione mono o trifase, con il cavo o con la presa.
L’elettrico permette quindi di pensare la mobilità in modo smart, come connessa, efficiente, ottimizzata e trasversale.
Adozione di tecnologie smart: smart grids e smart cities
Nell’ottica di una mobilità green, l’innovazione tecnologica dei trasporti in Europa cerca un ecosistema che investa sulle smart grids. Questo termine, coniato nel 2007 dall’Energy Indipendence And Security Act, identifica un sistema di reti elettriche e tecnologie che permettano di monitorare e gestire la distribuzione energetica. Un approccio digitale e interconnesso che ottimizzi, dunque, la trasmissione di energia, garantendo una generazione distribuita e non centralizzata e, soprattutto, diminuendo le emissioni di CO2. Tale meccanismo permette alla città tradizionale di evolvere verso la smart city.
I dati dello State Of European Transport guardano infatti a un futuro dove le città intelligenti integrino le tecnologie smart con l’elettrificazione. Secondo un report di Juniper Research, le smart grids consentiranno un risparmio energetico annuale di 1.060 terawattora entro il 2026, quasi tre volte tanto rispetto ai 316 terawattora nel 2021. La smart city sceglie quindi di investire sulla mobilità elettrica come mobilità interconnessa e digitale attraverso infrastrutture stradali smart che ridimensionino il modo di pensare gli spostamenti quotidiani. Il risultato è una città efficiente, sicura, sostenibile e ottimizzata grazie allo smart city management.
Incentivi e normative
Negli ultimi anni, l’esigenza di una mobilità sostenibile è diventata urgenza. Ecco perché sono molteplici gli incentivi e le normative a favore della diffusione dell’elettrico. Tra questi, l’Ecobonus, con una piattaforma online attiva dal 3 giugno 2024, è un programma chiave, che mette a disposizione 950 milioni di euro per l’acquisto di auto a basse emissioni. Anche quest’anno, poi, sono poi stati sbloccati gli incentivi per l’acquisto di colonnine di ricarica domestiche e rivolte ad aziende e professionisti con il i Bonus Colonnine del MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica).
Di maggio 2024 sono invece i due Decreti del MASE che regolamentano l’Investimento 4.3 del PNRR riguardo la diffusione di infrastrutture di ricarica. Incentivi e normative si inseriscono così all’interno di un percorso di decarbonizzazione a tappe che il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) colloca su dieci anni, con l’obiettivo italiano di ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas serra del 43,7% rispetto al 2005. Per ogni Paese Europeo, in base al livello di transizione energetica in atto, gli obiettivi sono differenti. Secondo i dati dello State Of European Transport, si raggiungerà però il 25% di riduzioni di emissioni di gas serra entro il 2040 e il 62% entro il 2050. Gli obiettivi sono ambiziosi, ma sulla scia delle politiche del Green Deal, i Paesi Europei possono trovare la loro strada verso la mobilità sostenibile. Con l’ampliamento delle infrastrutture di ricarica sui territori nazionali e il miglioramento dei veicoli elettrici oltre gli standard di Co2 imposti per legge, l’impulso elettrico spinge i tradizionali trasporti in Europa verso la smart mobility.